Campi Flegrei Falanghina
Campi Flegrei | |
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Dettagli | |
Stato | Italia |
Resa (uva/ettaro) | 120 q |
Resa massima dell'uva | 70,0% |
Titolo alcolometrico naturale dell'uva | 11,0% |
Titolo alcolometrico minimo del vino | 11,0% |
Estratto secco netto minimo | 15,0‰ |
Riconoscimento | |
Tipo | DOC |
Istituito con decreto del | 03/10/1994 |
Gazzetta Ufficiale del | 11/10/1994, n 238 |
Vitigni con cui è consentito produrlo | |
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Il Campi Flegrei Falanghina è un vino DOC la cui produzione è consentita nella città metropolitana di Napoli. .
Caratteristiche organolettiche
- colore: paglierino più o meno intenso con riflessi verdognoli
- odore: delicato, gradevole, caratteristico
- sapore: secco, armonico, morbido
Storia
La falanghina, da cui prende il nome l’omonimo vino, è uno dei vitigni più antichi del nostro Paese. La sua diffusione si deve ai Greci e ha toccato l’apice della notorietà e della produzione in epoca romana e medievale. Sembra che il termine falanghina significhi “vite sorretta dai pali” perché “falanga” era il nome del palo di legno usato per sorreggere le piante.
Alcuni studiosi sostengono che l’uva falanghina dei Campi Flegrei coltivata nell’antica Puteoli (l’attuale città di Pozzuoli) sia addirittura la progenitrice del vitigno da cui si ottiene il pregiatissimo Tokay, vino-bandiera dell’enologia ungherese.
Si narra, infatti, che alcuni soldati di Re Ludovico I, venuto in Italia nel 1347 contro la cognata Giovanna D’Angiò, rea di aver ucciso il marito Andrea (fratello del Re d’Ungheria), abbiano riportato nel loro paese alcuni tralci di questo vitigno. I vitigni flegrei, tra l’altro, sono tra i pochi rimasti immuni all’attacco devastante della fillossera (quell’insetto originario dell’America del Nord che a partire dalla metà dell’800 ha distrutto le coltivazioni di mezza Europa) e questo salvataggio, avvenuto soprattutto grazie alla tessitura vulcanica del suolo flegreo, ha consentito a quest’uva di mantenere nel tempo le sue caratteristiche principali.
Il riconoscimento della Falanghina dei Campi Flegrei come vino dallo stile ben definito ed espressione del territorio ha tardato un pochino ad arrivare. Se, infatti, si può dire che, in generale, la rivalutazione di questo vitigno sia avvenuta a partire dal Secondo Dopoguerra, è anche vero che la valorizzazione di questo vino è incominciata in tempi più recenti, grazie ad alcuni produttori che hanno lavorato per renderlo una delle espressioni più significative del territorio.
A differenza dell’uva falanghina coltivata in altre zone, come nel Sannio ad esempio, quella dei Campi Flegrei dona vini dal corpo delicato, di colore giallo paglierino a volte con riflessi verdolini, leggeri profumi di fiori bianchi e di frutta esotica e una spiccata sapidità al palato, data soprattutto dalla vicinanza al mare e dalla ricca mineralità del suolo vulcanico. Sono vini di solito bevuti giovani, perfetti per l’aperitivo o in abbinamento a piatti di pesce.
Abbinamenti consigliati
pesce e carne
Produzione
Provincia, stagione, volume in ettolitri
- Napoli (1994/95) 699,58
- Napoli (1995/96) 1263,42
- Napoli (1996/97) 1853,32