Gismondina
Gismondina | |
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Classificazione Strunz | VIII/J.25-20 |
Formula chimica | Ca2Al4Si4O16·9(H2O) |
Proprietà cristallografiche | |
Sistema cristallino | monoclino |
Gruppo puntuale | 2/m |
Gruppo spaziale | P 21/c |
Proprietà fisiche | |
Densità | 2,12-2,28 g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 4,5 |
Sfaldatura | assente |
Frattura | concoide |
Colore | bianco, incolore |
Lucentezza | vitrea |
Striscio | bianco |
Diffusione | rara |
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La gismondina è un minerale, un silicato (tettosilicato) appartenente al gruppo delle zeoliti. Prende il nome dal mineralogista italiano Carlo Giuseppe Gismondi (1773-1852) che fu il primo a descriverla nel 1817.
Morfologia
La gismondina si presenta con cristalli pseudo-ottaedrici, in druse, incrostazioni, o in aggregati raggiati. Possiede un abito cristallino caratteristico che la distingue facilmente dalla cabasite che forma dei romboedri pseudocubici. La lunghezza dei cristalli raramente supera il mezzo centimetro.
Origine e giacitura
Si forma nelle cavità delle rocce vulcaniche, nei basalti porfiritici e nei basalti olivinici, spesso associata ad altre zeoliti: phillipsite, garronite, thomsonite, levyna, natrolite, o a calcite.
Località di rinvenimento
Si rinviene nei basalti dei fiordi dell’ovest in Islanda,[1], in Germania nella regione del Rhineland-Palatinato,[2] in Italia nei tufi vulcanici di Capo di Bove (Roma)[3]
Usi
Minerale d’interesse scientifico e collezionistico
Note
- ^ ” K. Saemundsson, E. Gunnlaugsson, Icelandic Rocks and Minerals, Mál og Menning, 2010”
- ^ ”Mindat.org”
- ^ ”R. Hochleitner, Guida ai Minerali, Ricca Editore, 2017”
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Collegamenti esterni
- (EN) Webmin, su webmineral.com.