Ossammide

Ossammide
Struttura dell'ossammide
Struttura dell'ossammide
Modello CPK dell'ossammide
Modello CPK dell'ossammide
Nomi alternativi
etanodiammide
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC2H4N2O2
Massa molecolare (u)88,0654
Aspettopolvere bianca
Numero CAS471-46-5
Numero EINECS207-442-5
PubChem10113
SMILES
C(=O)(C(=O)N)N
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)1,667[1]
Solubilità in acqua0,3 g/L a 20 ºC[2]
Temperatura di fusione≈350 °C (623 K) dec.[2]
Proprietà termochimiche
ΔfH0 (kJ·mol−1)-504,4[1]
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
irritante
attenzione
Frasi H302 - 315 - 319 [3]
Consigli P305+351+338 [3]
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L'ossammide è il composto organico di formula (CONH2)2. In condizioni normali è un solido cristallino bianco. È solubile in etanolo, poco solubile in acqua e insolubile in etere etilico. L'ossammide è la diammide dell'acido ossalico.

Storia

L'ossammide fu sintetizzata per la prima volta nel 1830 da Jean Baptiste Dumas.[4] Nel 1859 Justus von Liebig la preparò da cianogeno e acqua, usando acetaldeide come catalizzatore.[5] Nel 1913 il biochimico tedesco Walter Löb la ottenne trattando vapori di formammide con una scarica elettrica.[6]

Sintesi

L'ossammide viene sintetizzata industrialmente per ossidazione catalitica del cianuro di idrogeno. La reazione è praticamente quantitativa e senza particolari trattamenti si ottiene ossammide pura al 99%.[2]

2 HCN + 1 2 O 2 + H 2 O ( CONH 2 ) 2 {\displaystyle {\ce {2 HCN + 1/2 O2 + H2O -> (CONH2)2}}}

Usi

L'ossammide è usata principalmente come fertilizzante azotato a lento rilascio, col vantaggio che per la sua scarsa solubilità non viene dilavato dal terreno con la pioggia, come avviene con altri fertilizzanti azotati tipo urea e solfato d'ammonio.[7] È impiegata inoltre come materiale di partenza per la sintesi di altri composti organici.[2]

Tossicità / Indicazioni di sicurezza

L'ossammide può provocare irritazioni agli occhi e alla pelle, ed è nociva se ingerita. Non ci sono dati che indichino proprietà cancerogene.[3]

Note

Bibliografia

  • (DE) J. Dumas, Ueber das Oxamid, eine gewissen Thierstoffen verwandte Substanz, in Ann. Phys., vol. 95, n. 8, 1830, pp. 474–487, DOI:10.1002/andp.18300950803.
  • D. R. Lide (Editor), CRC Handbook of Chemistry and Physics, Internet Version 2005, su hbcponline.com, CRC Press, Boca Raton, 2005. URL consultato il 9 dicembre 2017.
  • (DE) W. Löb, Über das Verhalten des Formamids unter der Wirkung der stillen Entladung Ein Beitrag zur Frage der Stickstoff-Assimilation, in Ber. Dtsch. Chem. Ges., vol. 46, n. 1, 1913, pp. 684-697, DOI:10.1002/cber.19130460193.
  • (EN) W. Riemenschneider, Oxalic acid, in Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Wiley-VCH, 2002, DOI:10.1002/14356007.a18_247.
  • (EN) H. Sawada e T. Murakami, Oxalic acid, in Kirk-Othmer Encyclopedia of Chemical Technology, 4ª ed., John Wiley & Sons, 1998.
  • Sigma-Aldrich, Scheda di dati di sicurezza dell'ossammide, su sigmaaldrich.com, 2013. URL consultato l'8 dicembre 2017.
  • J. von Liebig, Ueber die Bildung des Oxamids aus Cyan, in Justus Liebigs Ann. Chem., vol. 113, n. 2, 1860, pp. 246–247, DOI:10.1002/jlac.18601130213. URL consultato il 3 aprile 2014.

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