Proteste in Algeria del 2019-2020
Proteste in Algeria del 2019-2020 | |||
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Manifestazioni a Blida il 10 marzo 2019. | |||
Data | 16 febbraio 2019 – in corso | ||
Luogo | Algeria Diaspora: Francia Canada Stati Uniti Regno Unito | ||
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Le proteste in Algeria del 2019-2020, note anche come primavera algerina[1], rivoluzione del sorriso[2][3] o movimento Hirak[4] (in arabo الحراك? ed in berbero ⴰⵏⴷⵓⴷⴷⵉ), sono una serie di proteste in numerose città dell'Algeria, iniziate nel febbraio 2019 contro la candidatura per il quinto mandato, e del prolungamento del quarto, del presidente Abdelaziz Bouteflika[5]. L'intensificarsi delle proteste ha obbligato Bouteflika, inizialmente, ad annullare la sua candidatura per il quinto mandato[6] e, infine, alle sue dimissioni a seguito dell'ultimatum da parte del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Ahmed Gaid Salah.
Queste manifestazioni sono state principalmente pacifiche, tuttavia ci sono stati alcuni scontri che hanno provocato due morti e un centinaio di feriti.
Reazioni
Nazionali
- Algeria: il 5 marzo, l'Organizzazione Nazionale dei Mujahideen (la più potente organizzazione di veterani della Guerra d'indipendenza algerina) ha annunciato di sostenere i manifestanti.[1]
Internazionali
La maggior parte dei paesi e delle organizzazioni internazionali sono rimaste in silenzio fino al 5 marzo.
- Unione europea: la Commissione europea ha chiesto di rispettare lo stato di diritto, la libertà di espressione e di assemblea.[2][3]
- Italia: il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha consigliato di ascoltare le richieste da parte dei manifestanti, e ritiene che l'Algeria deve assicurare un processo democratico e inclusivo nei confronti del suo popolo.[4]
- Francia: il 12 marzo il Presidente francese Emmanuel Macron, ha apprezzato la decisione di Bouteflika di non candidarsi.
- Stati Uniti: il Dipartimento di Stato ha rilasciato un documento nel quale ha dichiarato il sostegno al popolo algerino e al loro diritto di manifestazione.[5]
- Russia: Sergei Lavrov, ministro degli esteri della Russia, in una conferenza stampa congiunta con Ramtane Lamamra, vice primo ministro dell'Algeria, ha detto che Mosca non si sarebbe intromessa negli affari interni dell'Algeria, aggiungendo che spetta al popolo algerino determinare il proprio destino sulla base della propria costituzione e delle leggi internazionali.[6]
Note
- ^ a b (FR) Algérie: bouteflika camp loses some of its support - rfi, su RFI Afrique. URL consultato il 9 marzo 2019.
- ^ a b (EN) Washington & EU Support Algerian People's Right to Protest, in The North Africa Post, 6 marzo 2019. URL consultato il 9 marzo 2019.
- ^ a b (FR) Algérie: l'UE appelle au respect de la liberté d'expression [Algeria: EU calls for respect for freedom of expression], su Le Figaro, 5 marzo 2019. URL consultato il 9 marzo 2019.
- ^ a b Algeria, Conte assicurare processo democratico e inclusivo, Quotidianodiragusa.it, 18 marzo 2019.
- ^ a b (FR) Les Etats-Unis "soutiennent le peuple algérien et son droit à manifester pacifiquement", su HuffPost, 6 marzo 2019. URL consultato il 9 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2019).
- ^ a b (FR) Salim Mesbah, Conférence de presse conjointe Lamamra et Lavrov: "C’est au peuple algérien de décider de son destin", su HuffPost Maghreb, 19 marzo 2019. URL consultato il 4 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2019).«Moscou refuse toute ingérence dans les affaires internes de l’Algérie [...] C’est au peuple algérien de décider de son destin en s’appuyant sur sa constitution et les lois internationales.»
Voci correlate
- Primavera araba
- Primavera berbera
- Primavera nera
- Proteste in Libano del 2019-2020
- Proteste in Algeria del 2010-2012
- Sommosse popolari in Tunisia del 2010-2011
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